Il reddito minimo come strumento di intervento su diseguaglianza, povertà, frammentazione del mercato del lavoro
Nella Sezione: TEMA: Disuguali e disintegrati. L'Italia al tempo della crisi
Il reddito minimo (o di cittadinanza)
è un’idea di politica di sostegno
del reddito che può assumere la veste
universale di un’erogazione
di welfare con effetti redistributivi
oppure essere concepita come
strumento di lotta alla povertà
o infine come strumento di garanzia
di fronte al crescente impoverimento
e alla frammentazione di ampi
segmenti del mercato del lavoro.
Tranne Grecia e Italia tutti
i paesi della Ue hanno avviato
politiche di sostegno universale
del reddito, ma quasi tutte
sono condizionate da politiche
attive per l’inserimento
sul mercato del lavoro. In Italia
l’esperimento del Reddito minimo
di inserimento (1998) è stato
abbandonato ma si è allargata
la platea dei beneficiari degli
ammortizzatori sociali
e dei sussidi di disoccupazione.
A livello regionale e comunale
le esperienze sono ancora
circoscritte e dipendono dalle
risorse disponibili, però
confermano l’esistenza del desiderio
di esplorare questa strada.
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Reddito minimo nel Sud Europa. Quali sviluppi con la Grande Recessione?
Nella Sezione: TEMA: I diritti sociali in Europa: investimenti attori politiche
Tradizionalmente gli schemi
di reddito minimo costituivano
gli strumenti di politica sociale
meno sviluppati tra i paesi
appartenenti al cosiddetto modello
Sud europeo di welfare. La Grande
Recessione ha tuttavia portato con
sé riforme che hanno contribuito
a modificare – e in alcuni casi
a erodere drasticamente – i sistemi
di protezione sociale in questi paesi.
Il presente contributo mira
a verificare se questi eventi sono
seguiti da un rafforzamento
delle reti di sicurezza di ultima
istanza, e se questo sia avvenuto
in maniera simile in Grecia,
Italia, Portogallo e Spagna.
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